Questo è uno spazio dove io condivido parole, poesie,dialoghi, che ho di frequente con la mia mente. vorrei condividere con chi leggerà ciò che scrivo, le mie osservazioni del mondo, che vedo attraverso questi occhi miopi.
tratto da: I fiori del male, (l'Abisso) di Charles Baudelaire.
Grazie del commento. secondo me questo verso, io lo interpretato in chiave moderna perché siamo sempre in balia di orari stretti, di corse senza senso. e credo che il verso volesse dire che invidia l'insensibilità del nulla, come voler dire il non pensare alle gabbie d'oro che puntualmente ogni giorno ci costruiamo ed invidia l'assenza, il voler non esserci. io la interpreto così
Penso sia una persona che soffre talmente tanto che preferirebbe l'insensibilità del nulla. Quello che vorremmo a volte pure noi: dormire, sparire, non essere mai nati. Si vorrebbe a volte, ma realmente non lo si vuole. Noi, magari il Bodler lo voleva davvero
il bolder per certi versi ha ragione secondo me. sparire anche solo per un attimo e identificarsi con il nulla può essere un buon esercizio per scoprire se stessi.
Corri, corri, corri. Nebbia, fuoco, freddo. Ti chiudi tra serrature non visibili lasci avanzare affanni. Buchi nell'anima, come assenze perpetue. io, tu , me stesso a quale doppio faccio capo? Sparisco e appaio come una lampadina, accesa o spenta. Rifiorisco nel mese di maggio, in novembre. lancette, ticchettii, sveglie Cosa sono? nella tremenda corsa? fallimenti come vittorie. smarrimenti erranti nella luce. Respiro in attesa di un barlume, mentre il nulla mi abbraccia. Fuori tempo dal tempo che scandisce e non condisce, momenti, emozioni. Ed io, me, me stesso qui in cerchio chiuso, immagine perfetta, che vuole essere altro.
Qualsiasi cosa è meglio dell'insensibilità.
RispondiEliminaQuasi qualsiasi cosa, dai
Grazie del commento. secondo me questo verso, io lo interpretato in chiave moderna perché siamo sempre in balia di orari stretti, di corse senza senso. e credo che il verso volesse dire che invidia l'insensibilità del nulla, come voler dire il non pensare alle gabbie d'oro che puntualmente ogni giorno ci costruiamo ed invidia l'assenza, il voler non esserci. io la interpreto così
RispondiEliminaPenso sia una persona che soffre talmente tanto che preferirebbe l'insensibilità del nulla. Quello che vorremmo a volte pure noi: dormire, sparire, non essere mai nati. Si vorrebbe a volte, ma realmente non lo si vuole.
EliminaNoi, magari il Bodler lo voleva davvero
il bolder per certi versi ha ragione secondo me. sparire anche solo per un attimo e identificarsi con il nulla può essere un buon esercizio per scoprire se stessi.
Elimina